Come si svolgono i trattamenti

 

Si tratta il viso con le mani, utilizzando le dita, le nocche, i polpastrelli, o con piccoli strumenti, disegnati dall’ideatore della tecnica e prodotti in Vietnam (come rulli e sfere dentati di piccole dimensioni in ottone, in metallo, di plastica e altri materiali.

Occorre ricordare che questa tecnica nasce in Vietnam come esigenza di potersi curare da soli. Non a caso è l’unica riflessologia che si può eseguire su se stessi senza creare dei blocchi energetici durante l’autotrattamento. La tecnica si insegna ai “riceventi” (pazienti) proprio per metterli in condizioni di agire su se stessi, durante il percorso di cura, ma anche dopo. Perché lo scopo del Dien Chan, è far capire alla persona che anche da sola può fare qualcosa per se stessa.

I trattamenti durano da 5 minuti a una ora. Quelli brevi, di pronto soccorso, si possono eseguire in qualunque momento e in qualsiasi luogo, mentre i trattamenti di un’ora necessitano di un ambiente confortevole, ben areato, meglio se con sottofondo di  musica rilassante.

L’operatore si dispone dietro la testa del ricevente, dopo averlo fatto accomodare sul lettino in posizione supina con un lungo cuscino sotto le ginocchia e una coperta, se lo desidera.

Nelle sedute di un’ora si dedicano 15 minuti all’ascolto del ricevente per capire le sue motivazioni, i suoi bisogni e la sua storia clinica. Quindi si inizia il trattamento con gesti precisi e specifici. Le zone da stimolare si stabiliscono in base a un protocollo, da personalizzare a seconda della disarmonia riscontrata, seguendo uno o più schemi di riflesso previsti.

La manualità che si pratica è molto dolce nella prima fase, quella del rilassamento, e può rimanere tale sino alla fine del lavoro o diventare più incisiva. In genere il rilassamento è talmente profondo che l’ora passa in silenzio perché il ricevente si addormenta.  Alla fine della seduta si spiega quali manualità eseguire da soli sino all’incontro successivo, per mantenere libero il circuito energetico.